Questo parametro viene utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per calcolare la rendita di un determinato immobile, ossia un valore fiscale da cui derivano le principali imposte quali IMU, TASI e TARI. La classe catastale è il dato relativo ad un edificio che viene determinato in relazione al contesto urbano di ubicazione. Si differenzia dalla categoria catastale, che viene invece calcolata sulla base delle connotazioni “soggettive” dell’unità immobiliare, come la destinazione d’uso e le caratteristiche costruttive dell’edificio.
Se un Comune chiede all’Agenzia delle Entrate di rivedere il classamento catastale di un immobile. In questo caso, una volta accertata la sussistenza dei presupposti, l’Agenzia avvia il procedimento di revisione e la procedura si conclude con l’attribuzione di un nuovo parametro, con conseguente modifica anche della rendita catastale. Il proprietario dello stabile viene avvisato dagli uffici municipali competenti della nuova rendita catastale e della variazione dell’importo che dovrà saldare per quanto riguarda le tasse sull’immobile in oggetto.
Il destinatario della comunicazione ha due possibilità:
- se ritiene che l’intervento sia corretto, non deve fare altro che attendere l’aggiornamento dei dati da parte della stessa Agenzia delle Entrate;
- se invece considera la variazione come infondata, può chiedere il riesame della pratica oppure presentate ricorso presso la Commissione tributaria provinciale (facendosi assistere da un avvocato, da un commercialista, da un tecnico geometra o da un perito commerciale).
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Fonte: Immobiliare.it
