Ciò che una volta fu introdotto per la necessità di risparmiare risorse durante la Grande Guerra, oggi continua ad alimentare dibattiti e discussioni: l’ora legale. Con il suo ritorno annuale, ci troviamo a chiederci se effettivamente comporti un risparmio tangibile o se sia solo una pratica radicata nel passato.
L’idea dietro l’ora legale è semplice: sfruttare al massimo le ore di luce solare per ridurre il consumo di energia elettrica. E i numeri sembrano confermarlo. Gli studi mostrano che sette mesi di ora legale equivalgono a un risparmio impressionante di 370 milioni di kWh, una quantità di energia che potrebbe illuminare le nostre case e alimentare le nostre città per un bel po’ di tempo.
Ma l’effetto positivo non si limita solo al portafoglio. Dal punto di vista ecologico, consumare meno energia significa anche ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera, contribuendo così alla lotta contro il cambiamento climatico.
Tuttavia, c’è un’altra faccia della medaglia da considerare: quella della salute. Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale, il passaggio dall’ora solare a quella legale può avere ripercussioni negative sulla nostra salute. I cambiamenti nel ritmo circadiano, che regolano i nostri cicli biologici, possono influenzare la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e persino il nostro sonno. Le prime settimane dopo il cambio dell’orario possono essere particolarmente difficili, con un aumento di incidenti sulle strade e sul luogo di lavoro.
Quindi, mentre l’ora legale può portare vantaggi evidenti dal punto di vista energetico ed ecologico, è importante considerare anche i suoi effetti sulla nostra salute e benessere.