L’innalzamento dei tassi di interesse annunciato a fine 2022 da Christine Legarde provoca in automatico un aumento generalizzato del valore delle rate dei prestiti, ma bisogna specificare che la crescita dei mutui a tasso variabile non è ugual per tutti; per valutare la situazione caso per caso, occorre partire dal piano di ammortamento concordato dal singolo cliente con l’ente creditore.
Per essere più specifici bisogna fare attenzione ai due parametri che la compongono:
- il debito residuo, ovvero la somma che rimane da saldare, che decresce ogni mese e che funziona da base di calcolo per determinare il valore della rata
- la quota di capitale, che rappresenta l’ammontare di quanto si è versato nel tempo e quindi il suo valore cresce ogni mese.
Un esempio per far capire meglio, può essere il seguente: un mutuo da 200mila euro, sottoscritto nel 2022 per la durata di 30 anni e su cui è stata pagata una prima rata all’1% di interesse. Ebbene, con la stretta imposta dalla Bce e con lo spread in costante oscillazione, nel 2023 lo stesso importo verrà rivalutato addirittura del 3,7%. E così, se all’inizio della propria vita il mutuo costava attorno ai 643 euro al mese, nel nuovo anno la rata aumenterà di ben 436 euro, arrivando alla quota monstre di 1079 euro. Il problema è che – allo stato attuale – il rincaro è destinato a salire ancora nel corso dell’anno. Dunque, è necessario trovare una soluzione.
Se uno ha la possibilità economica, il consiglio migliore è quello di estinguere la cifra residua, soprattutto se non si ha un mutuo giovanissimo e si hanno saldato molte delle rate concordate nel corso degli anni; mentre, per chi non ha la possibilità di estinguerlo subito, le soluzioni possibili sono tre:
- la rinegoziazione parziale del mutuo, ideale per chi gode di maggior flessibilità con la banca e a quel punto può scegliere in libertà il tasso a cui effettuare l’operazione;
- la seconda è la cosiddetta rinegoziazione obbligatoria (prevista dalla legge di Bilancio 2023), ottenibile da chi ha un Isee inferiore ai 35mila euro se il valore residuo del mutuo è sotto i 200mila e se non si è mai stati in ritardo coi pagamenti;
- infine, è possibile richiedere la surroga con un’altra banca, che significa spostare il mutuo presso un nuovo istituto.