Sono strette vie che si ramificano dal cuore pulsante del centro storico, al porto di Genova. Pulsano come arterie di un sistema urbanistico complesso, costituito da ben 113 ettari di strade, facendo di questa antica repubblica mercantile una delle città medievali più interessanti d’Europa.
Qui si trafficavano merci, nasceva la fiorente borghesia, partivano le navi alla conquista delle Americhe o i fedeli verso la crociata in Terra Santa. Caruggio si può tradurre in “vicolo”, ma la radice etimologica è latina, e significa “quadrivium”, ossia incrocio di quattro strade, in riferimento ai tanti dedali di vie che si incontrano nei tipici centri storici mediterranei, oggi promenade lungo le tappe di milioni di turisti provenienti da tutto il mondo, impreziosite di bed and breakfast e negozi dell’artigianato locale. Queste strade in passato avevano una funzione difensiva. In questo dedalo, dove oggi si perdono i turisti, in passato si perdevano gli invasori che non conoscevano la città, contro i quali i genovesi tendevano imboscate per cacciarli.
I caruggi rappresentavano un sistema difensivo invalicabile, costeggiavano residenze di famiglie nobiliari e mercanti, ma oggi sono traccia di un melting pot culturale, dove etnie e culture convivono tra le abitazioni. Di particolare interesse sono i Portici di Sottoripa (al civico 113 rosso c’è la Friggitoria Carrega dove assaggiare la tradizionale farinata di ceci), Via degli Orefici e Vico del Ferro.
In Piazza Soziglia, al numero 98 rosso, c’è la Pasticceria Fratelli Klainguti, la preferita del compositore Giuseppe Verdi. Ma anche drogherie e antiche caffetterie.
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