Se le parti del contratto decidono di comune accordo di modificare il canone di locazione o di affitto si parla di rinegoziazione del canone.
L’accordo di modifica del canone, sia in caso di diminuzione che in caso di aumento del canone, deve essere comunicato direttamente all’Agenzia delle Entrate.
La rinegoziazione del contratto ha un costo?
La registrazione dell’atto con il quale le parti dispongono esclusivamente la riduzione del canone di un contratto di locazione (e non di affitto), è esente dall’imposta di registro e di bollo.
L’esenzione spetta anche nell’ipotesi in cui le parti concordino la riduzione del canone solo per un periodo limitato rispetto alla durata del contratto.
La comunicazione della riduzione consente di indicare correttamente nella dichiarazione dei redditi la corrispondente diminuzione del reddito da locazione senza incorrere in successive richieste di documentazione.
Cosa succede se poi si cambia idea?
Se, successivamente alla registrazione dell’accordo che prevede la riduzione del canone per l’intera durata contrattuale, il canone viene riportato al valore inizialmente pattuito, il nuovo atto è soggetto a tassazione, e deve essere comunicato all’Agenzia delle Entrate.
L’accordo di rinegoziazione del canone in aumento, nel caso in cui dia luogo ad un’ulteriore liquidazione dell’imposta per il contratto di locazione già registrato, rientra tra gli eventi che devono essere comunicati all’amministrazione finanziaria entro 30 giorni.