La gestione dell’immobile ricevuto in eredità richiede tempo e dedizione e a volte la soluzione migliore è quella di vedere l’abitazione con l’obiettivo di ricevere una somma di denaro e liberarsi di un peso; prima di poter cedere il bene ricevuto, l’intestatario è obbligato a pagare diverse imposte stabilite dalla normativa attualmente vigente.
La prima cosa da fare è quella di produrre la dichiarazione di successione, ovvero il documento che riconosce gli eredi del defunto, questo documento va poi depositato presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate entro un anno dalla morte, così da avere campo libero nella gestione dell’immobile. La prima tassa da pagare è proprio quella sulla successione, viene calcolata in base al valore catastale: è pari al 4% per i figli e il coniuge (con franchigia a quota un milione di euro), mentre per i parenti è al 6% con franchigia a quota 100 mila euro e per i soggetti esterni alla famiglia è all’8%.
Poi bisogna pagare l’imposta ipotecaria, che è al 2% del valore dell’immobile, e l’imposta catastale all’1% ed entrambe vanno versate prima del deposito della dichiarazione di successione; per finire bisogna pagare le tasse sul bollo a 64 euro per ogni nota di trascrizione, sull’ipoteca a 35 euro per ogni nota e i tributi speciali, che variano a seconda della condizione patrimoniale personale. Una volta individuato l’acquirente del bene ipotecato, bisognerà pagare 55 euro per il tributo speciale catastale e 16 euro di bollo per ogni cento pagine di domande.